REALIZZAZIONE DI UNA COPERTURA ECONOMICA PER CAMPER
Ciao a tutti,
mi chiamo Adriano, vivo a Trento e possiedo, da quattro anni, un vecchio (ma inossidabile) Laika 3 del 1995. Ho la fortuna di poter parcheggiare il mio camper nel cortile di casa. Non potendo, per vari motivi, realizzare una tettoia per proteggere il mezzo, mi sono inventato, ispirandomi alle varie soluzioni proposte in www.camperonline.it, una soluzione tanto economica (30 Euro circa), quanto efficace. I tempi per il montaggio e lo smontaggio della copertura non superano, inoltre, i 15 minuti.
Le immagini che seguono descrivono, più che le modalità di realizzazione (relativamente semplici), le fasi di montaggio di una sorta di “tetto”.
La struttura consta di una “capriata” centrale e di sei traversi che si appoggiano sui bordi di testa e di coda della cellula.
Preciso - anche se ovvio - che le misure dei componenti (larghezza della “capriata” della copertura, la lunghezza dei traversi, ecc.) dipende dal modello del camper. E’ altresì necessario valutare bene se il modello di copertura proposto si adatti o meno al camper in Vs. possesso. Preciso – inoltre – che ho utilizzato solo materiale di recupero (assi di vecchi pavimenti in legno, materiale legnoso proveniente da un cantiere, pezzi di legno recuperati, ecc.). Si può pensare ad acquistare legname nuovo per costruire la struttura, facendone crescere i costi, ovviamente.
mi chiamo Adriano, vivo a Trento e possiedo, da quattro anni, un vecchio (ma inossidabile) Laika 3 del 1995. Ho la fortuna di poter parcheggiare il mio camper nel cortile di casa. Non potendo, per vari motivi, realizzare una tettoia per proteggere il mezzo, mi sono inventato, ispirandomi alle varie soluzioni proposte in www.camperonline.it, una soluzione tanto economica (30 Euro circa), quanto efficace. I tempi per il montaggio e lo smontaggio della copertura non superano, inoltre, i 15 minuti.
Le immagini che seguono descrivono, più che le modalità di realizzazione (relativamente semplici), le fasi di montaggio di una sorta di “tetto”.
La struttura consta di una “capriata” centrale e di sei traversi che si appoggiano sui bordi di testa e di coda della cellula.
Preciso - anche se ovvio - che le misure dei componenti (larghezza della “capriata” della copertura, la lunghezza dei traversi, ecc.) dipende dal modello del camper. E’ altresì necessario valutare bene se il modello di copertura proposto si adatti o meno al camper in Vs. possesso. Preciso – inoltre – che ho utilizzato solo materiale di recupero (assi di vecchi pavimenti in legno, materiale legnoso proveniente da un cantiere, pezzi di legno recuperati, ecc.). Si può pensare ad acquistare legname nuovo per costruire la struttura, facendone crescere i costi, ovviamente.
Il Laika è dotato di un
buon portapacchi, cui ho appoggiato la “capriata”.
Prudenza vuole che non si non appoggi nulla direttamente sul tetto della cellula.
Prudenza vuole che non si non appoggi nulla direttamente sul tetto della cellula.
I longheroni anteriori
seguono, con un pratico accorgimento di giunzione di due assi di
legno, il profilo della cellula, per evitare che il telo, appoggiando
magari per mesi direttamente sulle pareti della cellula stessa, non
causi danni (muffe, ecc.) alle finestre della mansarda. Lo stesso
vale per la parte posteriore della cellula.
Nelle due immagini che seguono si illustrano dettagli utili per la congiunzione delle componenti della copertura, con semplici angoli e regge, opportunamente piegate, per favorire un rapido aggancio tra i traversi e la “capriata”. Si noti che la larghezza di quest’ultima corrisponde alla distanza tra le barre del portapacchi.
Un ultimo particolare di cui prendere nota è il basamento di appoggio della “capriata” sul portapacchi che deve essere opportunamente irrigidito per evitare che fletta lateralmente o longitudinalmente e faccia collassare (in particolare in caso di neve) il tetto sulla cellula.
Quando nevica, mi curo di togliere ogni giorno la neve che si accumula sulla copertura; un accorgimento, questo, per evitare qualsiasi rischio di danni al tetto del camper. Fino ad oggi la struttura - come ho già scritto - si è dimostrata all’altezza delle attese.
Nelle due immagini che seguono si illustrano dettagli utili per la congiunzione delle componenti della copertura, con semplici angoli e regge, opportunamente piegate, per favorire un rapido aggancio tra i traversi e la “capriata”. Si noti che la larghezza di quest’ultima corrisponde alla distanza tra le barre del portapacchi.
Un ultimo particolare di cui prendere nota è il basamento di appoggio della “capriata” sul portapacchi che deve essere opportunamente irrigidito per evitare che fletta lateralmente o longitudinalmente e faccia collassare (in particolare in caso di neve) il tetto sulla cellula.
Quando nevica, mi curo di togliere ogni giorno la neve che si accumula sulla copertura; un accorgimento, questo, per evitare qualsiasi rischio di danni al tetto del camper. Fino ad oggi la struttura - come ho già scritto - si è dimostrata all’altezza delle attese.
Dopo un paio di tentativi per rendere sempre più efficace il
sistema, sono arrivato a realizzare n. 3 “grate” (una per la
parte anteriore, due per la posteriore) di larghezza e di lunghezza
complessiva sufficienti a garantire la totale copertura del mezzo.
Anche queste sono realizzate con legno di scarto, incrociando assicelle e cantinelle e facendo in modo che, nella parte superiore delle grate, la direzione longitudinale delle cantinelle agevoli lo scolo dell’acqua rispettivamente verso la “prua” o la “poppa” del camper. Senza le grate, ho potuto constatare che frequentemente l’acqua, invece di scorrere via, si accumula in fastidiose “sacche” che, peraltro, sono anche difficili da eliminare. E’ importante che le grate abbiano quindi una trama piuttosto fitta, raggiungendo un buon compromesso fra rigidità e leggerezza.
Anche queste sono realizzate con legno di scarto, incrociando assicelle e cantinelle e facendo in modo che, nella parte superiore delle grate, la direzione longitudinale delle cantinelle agevoli lo scolo dell’acqua rispettivamente verso la “prua” o la “poppa” del camper. Senza le grate, ho potuto constatare che frequentemente l’acqua, invece di scorrere via, si accumula in fastidiose “sacche” che, peraltro, sono anche difficili da eliminare. E’ importante che le grate abbiano quindi una trama piuttosto fitta, raggiungendo un buon compromesso fra rigidità e leggerezza.
Ora siamo ai teli
(anellati, verdi, plastificati) che si trovano nei negozi di
bricolage a prezzo modico.
Non trovando una misura adeguata a coprire il mezzo, ho giuntato due pezzi di dimensione di 3 x 4 m, con l’ausilio di una cantinella di lunghezza, ovviamente, di 3 metri, che agevola, nelle fasi di s/montaggio, l’arrotolamento o lo srotolamento del telo (il “rotolo” è nella foto precedente, sulla destra del camper).
La zona dove abito non è molto ventosa e il posto dove parcheggio il mezzo è piuttosto riparato. Si abbia, comunque, cura di fissare adeguatamente il telo sia in testa, che in coda, senza “tirarlo” troppo (perché non serve e si rovina).
Ogni anno e mezzo circa il telo si consuma o comunque si rovina e va cambiato
Non trovando una misura adeguata a coprire il mezzo, ho giuntato due pezzi di dimensione di 3 x 4 m, con l’ausilio di una cantinella di lunghezza, ovviamente, di 3 metri, che agevola, nelle fasi di s/montaggio, l’arrotolamento o lo srotolamento del telo (il “rotolo” è nella foto precedente, sulla destra del camper).
La zona dove abito non è molto ventosa e il posto dove parcheggio il mezzo è piuttosto riparato. Si abbia, comunque, cura di fissare adeguatamente il telo sia in testa, che in coda, senza “tirarlo” troppo (perché non serve e si rovina).
Ogni anno e mezzo circa il telo si consuma o comunque si rovina e va cambiato
Prospetto dei costi:
- n. 2 teli da 4 x 3
mt: 16 Euro circa
- Ferramenta: 14 Euro
circa (regge, angoli, viti)
- Legname: ho
utilizzato solo materiale di recupero (zero Euro)